Conosciamo meglio la Celiachia: oggi il via alla Settimana Nazionale
Settimana Nazionale della Celiachia (16-22 maggio 2016), una iniziativa promossa dall’Associazione Italiana Celiachia Onlus, giunta alla sua seconda edizione. Scopo dell’iniziativa è quello di sensibilizzare e informare la popolazione in merito ad una patologia che in Italia interessa circa 600.000 persone, 400.000 delle quali ancora non sanno ancora di esserne affetti, mettendo così ogni giorno a rischio la propria salute.
Per tutte le informazioni relative all’iniziativa vi rimando al sito web www.settimanadellaceliachia.it , qui ci occuperemo di fare una breve panoramica sulla patologia.
La definizione
La celiachia è una enteropatia autoimmune, permanente, che si scatena in soggetti geneticamente predisposti al momento dell’ingestione di glutine.
Ma analizziamo la definizione.
– è una enteropatia, ciò significa che è caratterizzata da un danno della mucosa intestinale;
– è autoimmune, ovvero il mediatore di tutto questo non è il glutine in sè ma gli anticorpi che vengono prodotti e che attaccano le cellule dell’intestino, precisamente le antitransglutaminasi, la cui formazione è determinata dal contatto tra il glutine e il sistema immunitario;
– è permanente: non si guarisce dalla celiachia;
– si verifica in soggetti geneticamente predisposti: ciò non significa che è una malattia genetica, ma è una malattia caratterizzata da una predisposizione genetica, ovvero si può potenzialmente diventare celiaci solo se si hanno i fattori genetici predisponenti, ovvero i due alleli del sistema HLA, DQ2 e DQ8;
– si verifica al momento dell’ingestione del glutine, dunque se non si ingerisce il glutine non si avrà sintomatologia celiaca.
Oltre alla predisposizione genetica e al contatto del sistema immunitario con il glutine, affinchè la malattia si scateni è necessaria anche la presenza di un detonatore, ovvero una condizione che determina un aumento della permeabilità intestinale: in questo modo la gliadina potrà venire in contatto con i linfociti T e potrà dunque scatenare la reazione antigene-anticorpo, con conseguente attacco delle cellule intestinali da parte degli anticorpi e conseguente aumento della permeabilità intestinale.
Ma che cos’e’ il glutine?
Il glutine è un complesso proteico contenuto in alcuni cereali (frumento, segale, orzo, avena farro, spelta, kamut, triticale) costituito da gliadina e glutenina: questo non ha alcun valore energetico ma solo tecnologico perchè in presenza di acqua è responsabile dell’aumento di elasticità e viscosità dell’impasto.
Quanto è diffusa?
La celiachia è una malattia molto sottodiagnosticata: in Italia interessa circa 600.000 persone, 400.000 delle quali non sanno ancora di esserne affetti. La genetica è una componente con una grande importanza, infatti la prevalenza tra i familiari dei pazienti celiaci è del 10% tra familiari di primo grado, del 30% tra fratelli.
Segni e sintomi
Le manifestazioni cliniche sono sia gastrointestinali che sistemiche. I bambini celiaci presentano ritardo nella crescita e inappetenza, più in generale la patologia è caratterizzata da diarrea, distensione e dolore addominale ma anche anemia (causata da una carenza di ferro), osteoporosi, dermatite erpetiforme di During (papule simmetriche e speculari) e neoplasie nei soggetti non trattati (linfomi).
Sulla base delle manifestazioni cliniche possiamo distinguere una celiachia sintomatica classica caratterizzata da lesioni mucosali e sintomi intestinali, una celiachia atipica con prevalenti sintomi extraintestinali e lesioni mucosali, una celiachia silente con una sintomatologia vaga e lesioni mucosali, e infine una celiachia latente, con sintomatologia spesso assente e mucosa normale.
Come si diagnostica?
La diagnosi di celiachia, così come qualsiasi altra diagnosi, spetta esclusivamente ad un medico e consiste in tre tappe fondamentali: la prima cosa da fare è sicuramente l’anamnesi del paziente, quindi la raccolta di tutte le informazioni che riguardano lui e la storia familiare; successivamente si procede con il dosaggio di markers anticorpali (le antitransglutaminasi e solo successivamente le antiendomisio per conferma); endoscopia e biopsia ci permettono, infine, di valutare lo stato della parete intestinale.
Cosa fare in caso di diagnosi positiva?
La prima cosa da fare è rivolgersi ad un professionista del settore che sappia educare il paziente e i suoi familiari sul tema (conoscere i cibi che contengono glutine, i sintomi intestinali ed extraintestinali e le complicanze in caso di mancata aderenza alla dieta): l’aderenza alla dieta e al nuovo stile di vita deve essere completo e assoluto, basato sull’esclusione di tutti gli alimenti che contengono glutine, per evitare il rischio dell’appiattimento dei villi intestinali e un aumento dell’incidenza di linfomi, oltre che sintomi extraintestinali anche gravi come epilessia o aborti ripetuti.
Nella dieta delle persone celiache sono presenti sia alimenti naturalmente privi di glutine sia prodotti lavorati a contenuto in glutine inferiore a 20 ppm (20 mg/Kg) definiti, dalla norma, “gluten free” o “senza glutine”. Tra i cereali privi di glutine ritroviamo, per esempio, grano saraceno, amaranto, quinoa, riso, mais, miglio, lupino, sorgo, ma in generale abbiamo anche i legumi, la carne, il pesce, il latte, la verdura, la frutta. Inoltre è necessario ridurre il più possibile le contaminazioni, i rischi di “assunzione nascosta” di glutine a causa di comportamenti errati.
A seguito della diagnosi del medico specialista, il celiaco ha diritto ai prodotti dietetici senza glutine, che possono essere ritirati nelle farmacie, nella GDO (supermercati) e nei negozi specializzati, fino al raggiungimento di un tetto di spesa mensile, fissato oggi dal decreto del 04/05/06, in base al sesso e all’età.
L’Associazione Italiana Celiachia
L’Associazione Italiana Celiachia (AIC) ha come finalità principali quelle di assistere e istruire i pazienti e i familiari migliorando la condizione di vita delle persone celiache, sensibilizzare le istituzioni politiche, amministrative e sanitarie per garantire i diritti dei celiaci e la loro piena applicazione (dal 2005 la celiachia è definita come “malattia sociale”), promuovere e sostenere la ricerca scientifica e avviare progetti e attività come quelli che si svolgono in questa Settimana Nazionale.
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